Robert Capa è stato un fotografo ungherese.
I suoi reportage rendono testimonianza di cinque diversi conflitti bellici: la guerra civile spagnola, la seconda guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana e la prima guerra d’Indocina (fonte: Wikipedia).
La mostra dedicata al fotografo allo Spazio Oberdan si concentra su un periodo specifico di attività, ovvero il periodo tra il 1943 e il 1944 in cui seguì l’esercito americano in Italia, documentandone la campagna.
Si tratta di foto tra loro piuttosto diverse, ma che si possono ricondurre fondamentalmente a due grandi filoni: le persone e la guerra in sé e per sé. Nel primo filone vediamo soprattutto gli “italiani liberati”. Ci sono tantissime foto di siciliani in festa, bambini, persone che cercano di tornare alla normalità postbellica. Oppure una breve serie in un ospedale improvvisato in una chiesa: allo stesso tempo intime e distaccate. Nel secondo filone invece è rappresentato l’esercito che avanza, i caduti trasportati, i militari in divisa. Sono soprattutto questi scatti a mostrare l’antieroismo della guerra: le ore di appostamento, le lunghe marce, lo squallore che circonda i soldati.
Non è una mostra immensa, ma è sufficiente a mostrare la bravura del fotografo nel cogliere alcuni aspetti importanti della campagna in Italia e la situazione che viveva il nostro Paese in quel periodo.
Non sono né un’esperta di mostre, né un’esperta di fotografia in generale, però posso dire solo che la mostra mi è piaciuta molto e che consiglio a chiunque di andarci, anche se non ha una particolare propensione per il contenuto o per il mezzo espressivo. Le foto parlano da sé, a chiunque.
La mostra è a Milano fino al 26 aprile, allo Spazio Oberdan, in Viale Vittorio Veneto 2. Informazioni sugli orari di apertura qui.
Disclaimer: hai scritto queste quattro righe di tua spontanea volontà, non sei stata pagata e nemmeno istigata per farlo e l’unica motivazione è da ascriversi al tuo entusiasmo per la mostra stessa.